Dal 2020 assegnare le auto aziendali ai dipendenti costerà di più!
La variazione del testo unico sul trattamento fiscale delle autovetture aziendali assegnate in uso promiscuo ai dipendenti provocherà una riduzione del netto in busta paga per i dipendenti che fruiscono del fringe benefit, a partire da Gennaio 2020.
Non sarà per tutti così! Le aziende che hanno assegnato ai dipendenti un’autovettura che emette biossido di carbonio oltre i 160 grammi, dovranno aggiornare la percentuale di reddito esente e aumentarla dall’attuale 30% al 100% degli importi desumibili dalle tabelle Aci, per una percorrenza convenzionalmente fissata in 15.000 km.
L’aumento della tassazione fiscale e contributiva, dovrebbe generare nelle Imprese una variazione di comportamento, nuove scelte orientate alla sostenibilità ambientale per realizzare di fatto la modifica delle dotazioni e del parco auto aziendale in uso. Usare il condizionale è d’obbligo, ma nell’ottica di sfruttare l’intento positivo e costruttivo, consigliamo alle Aziende di valutare questa modifica normativa come una misura ecologica che genererà positivi riflessi sull’ambiente e nelle città. Sarà l’occasione per valutare nuove soluzioni, ponderare scelte innovative quali ad esempio, l’utilizzo di mezzi alternativi, elettrici, pubblici o di car-sharing.
Il disegno di legge di bilancio 2020 modifica la lettera a), del comma 4, dell’ art. 51 del dpr 917/1986 (Tuir) sul tema dei «fringe benefit» per le auto aziendali concesse in uso promiscuo ai dipendenti.
L’ uso promiscuo, infatti, consiste nella possibilità di utilizzare il veicolo sia a fini aziendali che personali e deve essere provato sulla base di una idonea documentazione che ne attesti con certezza l’utilizzo, quale, per esempio, una clausola del contratto di lavoro, una scrittura privata avente data certa o un apposito verbale del consiglio di amministrazione.
Al fine di evitare inconvenienti in sede di controllo, durante l’ utilizzo, è opportuno che nel veicolo sia conservata la documentazione relativa all’ autorizzazione concessa dall’impresa per l’ utilizzo del mezzo e, attualmente, per gli autoveicoli concessi in uso promiscuo al dipendente costituisce fringe benefit il 30% dell’ importo corrispondente a una percorrenza convenzionale di 15 mila chilometri, calcolato sulla base del costo chilometrico di esercizio, come desumibile dalle tabelle nazionali dell’Aci, al netto degli importi eventualmente trattenuti o corrisposti dal dipendente. Il detto importo forfetario prescinde, pertanto, da qualunque valutazione degli effettivi costi di utilizzo del mezzo e dalla reale percorrenza e risulta, quindi, irrilevante il fatto che il dipendente sostenga a proprio carico costi che sono considerati nel valore simbolico di percorrenza fissato dall’ Aci.
Se il dipendente concorre alla spesa, (questa prassi è sempre consigliata per ridurre l’impatto del fringe benefit) per vedersi assicurati il godimento dell’ autovettura in uso promiscuo, il fringe benefit è costituito dalla differenza tra l’ ammontare determinato in modo forfetario e l’ importo corrisposto dal dipendente. In questo modo, non emergerà alcun fringe benefit imponibile, o si avrà un impatto economico sul netto in busta meno gravoso.
La manovra per il prossimo anno, prevede l’ aumento del reddito in natura, imponibile per il dipendente, dal 30 al 100% degli importi fissati dalle tabelle Aci per le auto concesse in uso promiscuo che determinano emissioni di biossido di carbonio oltre 160 grammi, mentre passa soltanto dal 30% al 60% per tutte le altre tipologie. Sono escluse le auto a trazione elettrica o ibrida termoelettrica ed i mezzi concessi in uso promiscuo agli addetti alla vendita, agenti e rappresentanti, per le quali rimane confermata l’ attuale percentuale del 30%.
Il nuovo art. 51 del Tuir, definisce tre differenti trattamenti, tarati sulla tipologia di autoveicoli, ai fini della determinazione del reddito e dal punto di vista del carico fiscale è inevitabile che l’ aumento dell’ ammontare tassabile in capo al dipendente, quale reddito in natura, comporta un aumento di imponibile ai fini contributivi, con inevitabile incremento degli oneri sociali e previdenziali del lavoratore e dell’ azienda, che si traduce in un minore ammontare di stipendio netto per il dipendente e un maggior costo per l’ azienda.
Lo Studio ha già attivato un monitoraggio sui trattamenti vigenti nelle Aziende gestite per verificare per tempo la miglior strategia per cogliere l’opportunità di revisionare policy in uso, datate o inadeguate sfruttando gli strumenti possibili che la normativa mette a disposizione.
Contattaci inviando una email a consulenza@casigliaronzoni.it per avere maggiori dettagli.
Si ricorda che, per favorire gli spostamenti dal proprio domicilio alla sede di lavoro le aziende possono erogare il rimborso del servizio di trasporto pubblico, favorire convenzioni con servizi di car-sharing, di noleggio e di trasporto privato.
Da qualche parte occorre pur partire se tutti vogliono vivere in un mondo più pulito, con meno traffico, con serenità e minori danni alla salute.